Ma “gratis” davvero non costa nulla?

La parola “gratis” può essere tradotta con “a prezzo zero” oppure “in regalo”.

Questa parola tuttavia non è l’unica ad esprimere questo concetto, infatti nelle lingue neolatine (francese, spagnolo, italiano) esistono due parole diverse per esprimere due concetti simili ma diversi:

  • Liber: libero
  • Gratis (contrazione di gratiis, per ringraziare, quindi senza ricompensa): a prezzo zero

È proprio il fatto che esistano questi due termini diversi il motivo per cui la parola gratis può suscitare attenzione positiva ma anche diffidenza.

In inglese invece scompare la diffidenza perchè entrambe le parole (liber e gratis) si traducono con la parola free, che ha una connotazione positiva. Questo fa abbassare le nostre difese: riceviamo qualcosa gratis e non ci rendiamo conto che è solo un trucchetto usato da qualcuno che ci vuole vendere qualcosa. È un grande affare per chi si occupa di marketing e vendita.

Gratis che significa sconto

A volte gratis non vuol dire propriamente “a prezzo zero”:

  • “Comprane uno e te ne regaliamo un altro” (2×1) è solo un modo diverso per dire “sconto del cinquanta per cento se ne compri due”;
  • “Omaggio all’interno della confezione” è solo un modo diverso per dire che il costo dell’omaggio è incluso nel prezzo totale del prodotto;
  • “Zero spese di spedizione” è solo un modo diverso per dire che il prezzo della spedizione è già incluso nel prezzo di vendita.

Gratis fin tanto che…

In alcuni casi gratis ha effettivamente il significato di “a prezzo zero”, ma nasconde un tranello. Vediamo qualche esempio.

  • “Campione gratuito”: serve a creare in chi ha goduto del campione un senso di indebitamento morale verso il donante. È gratis fin tanto che… Non ti sdebiterai con me!
  • “Periodo di prova”: permette di usare il prodotto gratuitamente, ma solo per un periodo limitato di tempo. È gratis fin tanto che… Non scade il periodo di prova!
  • “Gonfiaggio fai da te delle gomme”: è vero che puoi gonfiare gratuitamente le gomme, ma poi comprerai i prodotti a pagamento delle stazioni di servizio (benzina, lavaggio dell’auto, olio motore, gomme da masticare). È gratis fin tanto che… Stanco e sudato non entri nello shop e ti concedi panino e birretta!

Gratis, ma proprio gratis

In un terzo gruppo di gratis possiamo inserire alcuni servizi “a prezzo zero” del mondo digitale:

  • Google offre una vasta gamma di servizi gratuiti (servizi di posta elettronica, news, traduzione, mappe);
  • Facebook permette agli utenti di connettersi con amici, familiari e altre persone e condividere foto, testi e video;
  • Flickr permette alla la maggior parte degli utenti di condividere immagini gratuitamente.

In tutti e tre i casi il servizio è gratis, ma proprio gratis. Tuttavia, Google, Facebook e Flickr guadagnano facendo pagare agli inserzionisti la pubblicità. Tutte le forme di gratis, quindi, si riducono in ultima analisi a variazioni sullo stesso tema: far muovere il denaro

  • da prodotto a prodotto (e-mail gratis, pubblicità a pagamento)
  • da persona a persona (bambini gratis, genitori a pagamento)
  • dall’adesso al dopo (software per un mese gratis, dal secondo a pagamento).

In economia questi sistemi si chiamano cross subsidies, sovvenzionamenti incrociati. Il termine sovvenzionamenti deriva dal verbo sovvenzionare che significa aiutare, sostenere. In questo contesto il termine indica che qualcosa (o qualcuno) paga qualcos’altro (o qualcun altro).

Come funzionano i sovvenzionamenti incrociati

I sovvenzionamenti incrociati funzionano in vari modi:

  • I prodotti a pagamento sovvenzionano i prodotti gratuiti. Esempi:
    • il popcorn sovvenziona un film che sta incassando poco;
    • un vino costoso sovvenziona il pasto economico in un ristorante;
    • il pasto al ristorante sovvenziona le bevande gratuite.
  • Chi paga sovvenziona chi non paga. Esempi:
    • gli uomini pagano l’ingresso nei locali in cui le donne entrano gratis;
    • i genitori pagano la camera in hotel e i bambini no;
    • i più ricchi pagano più irpef dei meno ricchi.
  • Il pagamento di domani sovvenziona il gratis di oggi. Esempi:
    • il rinfresco dell’inaugurazione è gratis, ma in seguito tornerai in quel ristorante e pagherai;
    • le prime giocate di poker sono gratis se ti iscriviti al casinò online, ma in seguito continuerai a giocare e pagherai;
    • Netflix è gratis il primo mese, ma poi ti appassioni a quella nuova serie e dal secondo mese pagherai.

Il paradosso del gratis

Il paradosso del gratis è che ci sono persone che, regalando prodotti o servizi, guadagnano un mucchio di soldi. In effetti tu non stai pagando, ma senza che tu te ne renda conto, stai dando in cambio qualcosa che vale tantissimo: la tua presenza, il tuo tempo, le informazioni che ti riguardano.

Giusto per fare un esempio pensa a Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook che ha saputo creare un’economia multimilionaria, sulla base del prezzo di zero euro e zero centesimi: tu non paghi nulla per l’uso di Facebook, ma avendo messo “mi piace” alla pagina di Roger Federer, le imprese che vendono racchette da tennis pagheranno per far vedere le loro inserzioni proprio a te.