Se hai già letto il libro di Sepúlveda “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” probabilmente ti sembrerà di leggere il seguito del romanzo (azzarderei un po’ meno appassionante) leggendo i dati che emergono dall’Osservatorio Economico relativo ai dati economici e congiunturali che ci forniscono periodicamente l’Istat e le principali istituzioni economiche italiane e mondiali (Banca d’Italia, Fondo Monetario Internazionale, Unione europea, OCSE, MEF, ecc.).
Anticipo fin da subito che a mio parere da questi dati traspare un trend di leggera crescita ma si evidenziano anche i soliti affanni e problemi che come singoli individui, singole imprese e come sistema paese dimostriamo di trascinarci dietro costantemente.
Nel 2015 il PIL italiano è cresciuto dello 0,8%. Il PIL ai prezzi di mercato è stato pari a 1.632.372 milioni di euro. Il quarto trimestre è il quarto consecutivo di crescita del PIL, ma in evidente decelerazione:
- +0,4% il I trim.
- +0,3% il II trim.,
- +0,2% il III trim. e
- +0,1% il IV trim.
È la crescita più bassa tra i maggiori paesi industrializzati.
Positivo l’andamento della domanda interna nel 2015 (che ha contributo positivamente alla crescita del PIL per lo 0,5%): si registrano, in termini di volume, variazioni positive nei consumi finali nazionali. A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato aumenti di volume nell’agricoltura (3,8%) nell’industria in senso stretto (1,3%) e nelle attività dei servizi (0,4%), in calo le costruzioni dello 0,7%.
Rispetto a un anno fa, il clima di fiducia economico è salito del 3,4%. In lieve aumento a dicembre il clima di fiducia delle imprese dei servizi (1,7) che, rispetto a un anno fa è migliorato del 5,6%.
Nel 2015, il saldo demografico delle imprese è risultato positivo per 45.181 unità a causa di 371.705 nuove iscrizioni e 326.524 cancellazioni. Il tasso di crescita dello stock di imprese al 31 dicembre 2015 è, dunque, positivo (+0,75%) ed è leggermente migliore rispetto al tasso di crescita del 2014 (+0,50%). Le società di capitali continuano a crescere a ritmi più elevati rispetto alle altre forme giuridiche (+3,8% contro il -1,1% delle società di persone e il -0,1% delle ditte individuali). Nel 2015, le nuove società di capitali sono state 100.563 contro 44.659 cancellazioni, mentre le nuove società di persone sono state 27.895 contro 39.689 cancellazioni. Lo stock complessivo di società di capitali al 31 dicembre 2015 ha superato il milione e mezzo (1.539.965), mentre lo stock complessivo di imprese ha superato i 6 milioni (6.057.647).
Nel terzo trimestre 2015, il numero dei fallimenti è diminuito dello 0,7% rispetto al secondo trimestre 2014. Il numero complessivo di imprese fallite è stato pari a 2.813.
Il totale delle entrate tributarie nel periodo gennaio-dicembre 2015 si attesta su 502.643 euro in aumento del 3,4% sullo stesso periodo del 2014.
L’economia italiana, quindi, va avanti. Sepúlveda direbbe: “lentamente, molto lentamente”.